2003 05 Articolo: BAIA AZZURRA 63

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BAIA AZZURRA 63

In sintesi Nata per correre. Prestazioni impressionanti dovute anche alla scelta di una motorizzazione estrema, ben supportata da una carena molto veloce e sicura. Esclusivo l'allestimento A cura di Luca Sordelli Una di quelle barche che non può passare inosservata. Sarà per la velocità (oltre i 100 km/h), sarà per il rombo dei suoi 4.000 cv o per l’inconfondibile scia di poppa che parte alta e verticale, tipica delle trasmissioni di superficie. Ma sarà anche per le linee “così open che più open non si può”, per la prua affilata e “cattiva”, per l’eleganza del suo profilo. Le barche Baia rappresentano l’archetipo dei grandi fast-cruiser veloci, potenti e aggressivi. In particolare raffigurano al meglio l’interpretazione mediterranea di questa famiglia di imbarcazioni. I Cantieri di Baia hanno una storia antica che nasce nel 1961 con i primi cruiser di legno e che è fatta di imbarcazioni che hanno lasciato il segno nella nostra tradizione nautica, come B50 Forse One che, nato nel 1988, un 15 metri di serie naviga a 55 nodi, o il B80, uno scafo di 80’ capace di viaggiare a 50 nodi. Il tutto sempre all’insegna del comfort e della massima raffinatezza degli allestimenti. Attualmente gli stabilimenti coprono una superficie di oltre 26.5000 mq, di cui 100 di fronte a mare. Il 63 Azzurra si colloca, all’interno della produzione del cantiere napoletano, esattamente a metà della gamma. Cinque sono infatti i modelli a partire dal “piccolo” Flash 48’ per arrivare fini all’ammiraglia, il Panther 80’. Veloci e raffinate sono barche destinate ad un pubblico esigente e internazionale. Il modello che abbiamo provato è una versione particolarmente esclusiva: una sola cabina, due motori da 2.000 cv, il sistema di aria condizionata nella sala macchine. Una versione ancora più aggressiva della norma, voluta dal suo armatore e realizzata dai Cantieri di Baia che da sempre fanno della personalizzazione degli allestimenti uno dei loro punti di forza, proprio per soddisfare le esigenze di chiunque vada per mare. Il carattere tipicamente mediterraneo della barca è evidente anche ad una prima occhiata dalla banchina. Spiccano prima di tutto le grandi superfici prendisole, sia sullo “sconfinato” ponte di prua che a poppa alle spalle del pozzetto. Questo è ben diviso in due aree separate: la zona living, con il tavolo da pranzo quadrato al centro e il divano dalla forma a U che lo circonda, e la zona di pilotaggio. Questa è un bell’esempio del felice incontro tra design e funzionalità. La plancia è ben visibile, le manette sono al posto giusto per un controllo perfetto, e comoda è anche la seduta. Ben dimensionato è anche il parabrezza che, pur senza ostacolare la visibilità, protegge bene da mare e vento. Lungo la murata di sinistra è stato ricavato anche lo spazio per un utile angolo bar, intelligentemente separato da un bancone “all’americana”. Così come per gli allestimenti degli interni, anche per la coperta, il cantiere prevede un’ampia scelta tra varie versioni. Quella da noi provata è probabilmente la più “pura”, la più semplice e al tempo stesso aggressiva. E’ la versione 100% open, senza né roll-bar né altre sovrastrutture. E’ quella che a noi piace di più, fedele allo spirito del cantiere, ma anche gli altri allestimenti soni degni di nota e incontrano sempre più i gusti dei clienti Baia. L’idea è infatti quella della barca all-round, multifunzionale. Un open si, ma con molti dei confort che possono vantare le barche coperte. Questa è l’ essenza della versione con hard-top (un accessorio in realtà applicabile anche sugli altri modelli) che si allunga verso poppa, sovrapponendosi all’intera zona living. Interessante soprattutto la possibilità di aprirne la parte centrale, un modo per creare di giorno un piacevole gioco di ombre e luci, e di notte per godersi la vista delle notti stellate. Come versione “intermedia” il cantiere propone quella con il solo roll-bar (inclinato verso prua) sul quale è possibile installare un tendalino a scomparsa.

Gli interni

La versione da noi provata era, per l’allestimento degli interni, molto particolare, frutto della personalissima scelta del suo armatore. C’era infatti una sola cabina su una lunghezza complessiva della barca di quasi 19 metri. Questa è una “imperiale” stanza da letto a prua che sfrutta al meglio la larghezza massima dello scafo in quel punto, per un’ abitabilità complessiva notevole. Tra i punti di forza, qui come in tutta la barca, l’alto livello delle finiture, con una equilibrata scelta di tessuti e materiali. Qui è ottima la luminosità, grazie agli oblò laterali, ma anche agli allestimenti di colore chiaro che garantiscono una piacevole sensazione di ampiezza. A questa cabina è dedicato un doppio locale bagno con box doccia separato. Zona regina della barca è però la grande dinette centrale, dalle forme ovaleggianti e sinuose. Sulla destra corre il lungo divanetto fronteggiato dal suo tavolo da pranzo, mentre sulla murata opposta troviamo la cucina a L. Tra le cose che ci sono piaciute proprio la ricca dotazione di quest’ultima e le altezze, in tutti i locali sopra alla media.


All’estrema prua della barca c’è anche una seconda piccola cabina per il marinaio, con ingresso separato. Come dicevamo questa è però una versione “anomala” del Baia 63, versione che rappresenta bene la volontà del cantiere di fare prodotti molto vicini al custom e vicinissimi alle specifiche richieste dei suoi (esigenti) armatori. Abbiamo visitato anche la versione standard della barca che prevede un più tradizionale (e pratico) allestimento a tre cabine (e in più rimane sempre quella di prua del marinaio) con due locali gemelli a poppa (che nella versione del test scompaiono per lasciare spazio ai due motori da 2.000 cv ciascuno). Entrambi hanno letti separati e un ampio bagno dedicato. Una particolare nota di merito va sicuramente ai legni in ciliegio, lavorati con una cura artigianale ormai rara da trovare sulla maggior parte delle imbarcazioni.

La prova

Correre a più di 53 nodi sull’acqua, su un mezzo da 25 tonnellate, non è esperienza di tutti i giorni. Difficile descriverla, sintetizzarla. Nel nostro test abbiamo incontrato anche un mare leggermente mosso, con 50/60 cm d’onda che ci ha fatto aggiungere altre emozioni a quelle della velocità pura. Il Baia 63 macinava miglia su miglia, implacabile. A poppa si naviga accompagnati dall’alta e spettacolare onda verticale tipica delle eliche di superficie che rende questi “razzi del mare” inconfondibili. La velocità di punta che siamo riusciti a toccare è stata di 53.5 nodi (con 1.500 litri di gasolio nei serbatoi, cioè il 50%, ) ma, a detta dei tecnici del cantiere, in altre prove fatte con eliche diverse (Radice) si erano superati i 55. Noi comunque ci siamo “accontentati”, godendoci i nostri salti sul mare ad oltre 100 km/h. Salti ovviamente sempre in controllo e bene al riparo dietro al parabrezza avvolgente. Stando alle manette le reazioni sono impressionati, in particolare si fa sentire l’impressionate accelerazione a 1.700 giri/minuto (a 44 nodi) quando si innesca la seconda turbina dei due MTU da 2.000 cv ciascuno. Una ragionevole media di crociera si attesta invece sui 2.000 giri a 49.5 nodi, con la barca in perfetto assetto. La velocità minima di planata è, visto ovviamente il genere di barca, piuttosto bassa, 15 nodi a 1.350 giri, garanzia di una buona spinta anche ad andatura ridotta e con mare formato. La carena ha un deadrise variabile, di 22.5° al centro e 14° a poppa, e anche questa configurazione (insieme ad un baricentro al 16% da poppa) aiuta l’effetto planante sul mosso. I pattini di sostentamento sono due per lato. Le due trasmissioni di superficie della Arneson, grazie alla loro capacità di orientarsi lateralmente garantiscono, una buona capacita evolutiva anche al minimo, nelle manovre in porto. Accoppiate con un’elica di prua portano la barca a traslare lateralmente su se stessa.

Viste le medie a cui si viaggia col Baia 63 in termini di rumorosità si fanno ovviamente sentire in maniera pesante anche l’effetto del vento e dell’acqua sulla scafo, piuttosto che il rombo dei due MTU. Il valore, rilevato alla postazione di guida, è al minimo di 64 dbA, la punta massima è stata invece di 87. Interessante notare che abbiamo provato testare la rumorosità, sempre al minimo, ma con il portellone del vano motori aperto, e ne uscito un ruggito da 87 dbA. Segnale che da una lato ci racconta dell’impressionate potenza di questi propulsori, dall’altro dell’ottimo livello di insonorizzazione della sala macchine. Quest’ultima è ampia e ben accessibile (e anche tenuta in temperatura ottimale dal sistema di aria condizionata, così come da esplicita richiesta dell’ armatore), i motori sono costantemente sotto controllo dal sistema di monitoraggio elettronico Blu Line della MTU.

La scelta di avere ben 4.000 cv di spinta, è, come dicevamo prima, ovviamente estrema, voluta da un proprietario dalle idee molto chiare e con una grande esperienza di navigazione. Il cantiere offre un range di scelta che parte da due MTU da 1.000 cv per poi passare sempre a due MTU da 1.150 o ad una coppia di Man da 1.300. Scelte che garantiscono prestazioni più tranquille (secondo i dati forniti dal cantiere circa 45 nodi di punta massima con i 2 x 1.000 cv MTU e 50 nodi con i 2 x 1.300 della Man) e anche consumi più contenuti. Già e i consumi? Per pochi, così come il prezzo della barca. Un pieno, con i due MTU da 2.000 cv, costa infatti circa 2.5000 Euro, e l’indicatore di livello va giù al ritmo di 10 lt al minuto. Impressionante vero? Ma per il lusso, quello vero, si sa, si deve pagare.

Le prestazioni

  • Giri Nodi Note
  • 1.350 15 minimo planata
  • 1.700 44 entra la seconda turbina
  • 2.000 49.5 velocità di corciera
  • 2.350 53.5 v. massima

Nota: i dati sono stati rilevati a Genova , mare leggermente mosso, temperatura dell’aria 21°, 8 persone a bordo. Serbatoio carburante 50%.

Progetto

Ufficio tecnico del cantiere ing. Alberto Ascenzi.

Dati

  • Lunghezza f.t. m 18,90 -
  • larghezza max m 5,02 –
  • pescaggio m 0,82 -
  • dislocamento ton 25 -
  • posti letto 2/6 -
  • serbatoio carburante lt 3.000 -
  • serbatoio acqua lt 650 –
  • altezza di costruzione mt 2,70 –
  • trasmissioni di superficie Arneson – motori 2 MTU o Man da 1.000 a

1.300 cv -

  • eliche della prova France Elices 5 pale.

Dotazioni standard Passerella idraulica a scomparsa gru idraulica per il tender zattera di salvataggio e dotazioni di sicurezza – flaps per correzione assetto del tipo elettroidraulico aria condizionata - boiler elettrico da 50 lt – impianto stereo interno ed esterno – impianto TV – mobile bar esterno con ice maker e piastra cottura – doccia esterna – verricello di prua da 1.500 Watt ancora e linea d’ormeggio parabordi e cime d’ormeggio bimini – vhf, gps plotter, pilota automatico con interfaccia.

I motori La barca in prova era equipaggiata da due MTU 183 TE da 2.000 cv ciascuno – 12 cilindri a V a 90°, diesel – alesaggio x corsa mm 128 x 142.

Gli indirizzi Cantieri di Baia Spa Via Lucullo 45/A, Baia (NA) tel 081/8687231 fax 081/8687648 www.baiayacht.it