2006 12 Articolo: San Lorenzo al Monaco Yacht Show CRESCERE NELLA CONTINUITA'

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San Lorenzo al Monaco Yacht Show CRESCERE NELLA CONTINUITA'


Una delle notizie che negli ultimi tempi ha suscitato maggior scalpore nel settore nautico è stata senza dubbio quella che ha riguardato Massimo Perotti. Dopo una lunga militanza nel Gruppo Azimut/Benetti, infatti, durante la quale si è fatto apprezzare per le sue indubbie qualità professionali, assieme a Roberto Zambrini, altro top manager provienente da Saim, Perotti nel 2004 ha rilevato il marchio San Lorenzo acquistandolo dalle mani di Giovanni Jannetti, fino ad allora deus ex machina del cantiere, colui che ha fatto la storia e la gloria di questo brand. Un passaggio di consegne volutamente lento, visto che tuttora Jannetti, al di là della sua carica di Presidente Onorario, in cantiere è una delle figure più ascoltate da Perotti stesso, proprio per segnare in maniera decisa la continuità fra passato e futuro: nel modo di costruire le barche, nella loro estetica, nel modo di rapportarsi con la clientela, nei numeri contenuti della produzione ecc..

Lo scorso 23 settembre a Montecarlo, in occasione del Monaco Yacht Show 2006, durante la conferenza stampa tenuta dal cantiere Sanlorenzo all'interno del prestigioso Yacht Club monegasco, la voglia di questa continuità nell'essenza del marchio è stata pienamente confermata direttamente da Perotti il quale, assieme a Zambrini, attuale Direttore Generale di Sanlorenzo, Marco Viti, anche lui da quindici anni nella storia del cantiere, e Antonio Santella, già manager di spicco in realtà quali Uniesse e Baglietto, ha presentato il nuovo corso di questo marchio.

A questa nostra realtà - ha detto fra l'altro Perotti - Giovanni Iannetti è riuscito a conferire la precisa connotazione di cantiere "top brand", percepito come tale dalla clientela non solo perché in grado di produrre barche di lusso, come fanno tanti altri, ma perché queste sono ritenute realmente esclusive, in virtù del loro totale livello di personalizzazione alle esigenze dell'armatore. Il nostro plus è e resterà la cura al dettaglio, tipica delle lavorazioni artigianali, fusa alle migliori tecnologie, in modo da riprodurre a bordo un livello di benessere assolutamente in linea con quello che ognuno di noi percepisce dalla propria casa. Il nostro scopo è quello di lasciare inalterati tali valori, confermando il posizionamento del marchio come unico nel suo genere.

Sanlorenzo S.p.A. è un'azienda impegnata in una sfida difficile - ha continuato Perotti - ma che proprio grazie a questo gruppo di lavoro, coeso, appassionato ed estremamente preparato, contiamo di vincere. Cento milioni di fatturato è il target da raggiungere nei prossimi tre anni, attraverso una crescita costante non tanto nei numeri della produzione quanto nell'ampliamento della gamma.

Sanlorenzo, innanzi tutto, oltre a potenziare l'attuale sede di Ameglia, dopo quarant'anni tornerà a costruire barche nel cuore del polo nautico italiano per eccellenza: Viareggio. Ciò determinerà una significativa crescita nelle potenzialità produttive di questo cantiere, ampiamente giustificata dall'ingresso del brand nel settore delle grandi barche semidislocanti in VTR ma anche in quello delle costruzioni in alluminio e acciaio, per scafi plananti e semidislocanti fino a una lunghezza massima di 50 metri. E poi novità anche nel settore dei motoryacht plananti, in quella gamma che ha determinato il successo di Sanlorenzo dove, dopo i recenti lanci del 108', dell'82' e il restyling dell'88', ci sarà il debutto di un inedito modello da 62', nuova barca di accesso al marchio, oltre al restyling del 72'.

Nel presentarli, Marco Viti, che di questa linea motoryacht e del cantiere di Ameglia, dove continuerà a essere prodotta, sarà il responsabile, ha anche dichiarato:

Uno dei valori aggiunti di Sanlorenzo è che le sue barche le ha sempre rinnovate a intervalli di tempo molto ampi e ciò ha contribuito in maniera determinante anche alla loro tenuta nel mercato dell'usato. Quando il cliente acquista un motoryacht Sanlorenzo sa che di quella barca non uscirà una nuova versione tra 3 anni, con la conseguente svalutazione di quella che ha appena acquistato. Ciò, chiaramente, oltre a soddisfarlo sotto il profilo dell'investimento, fortifica la sua sensazione di possedere un mezzo esclusivo, assolutamente non commerciale. Poi - ha aggiunto Viti - ci sono altri fattori che concorrono al nostro preciso posizionamento nel mercato dell'eccellenza, come il design dei nostri motoryacht, mai troppo evoluto, semmai classico, da barca senza tempo.

Indubbiamente, i modellini presentati, per altro relativi a barche già in produzione, con le loro forme messe a punto dallo studio Della Role di Viareggio, tradizionale partner, sono assolutamente coerenti con il family feeling espresso nei modelli più recenti della gamma, così come inalterato viene mantenuto il livello di assoluta personalizzazione richiedibile per gli interni di ogni singolo Sanlorenzo, anche del più piccolo. Il nuovo 62', come le altre parecchie novità proposte in pochi mesi - anche se i "lanci" sono coincisi con l'avvento di Perotti al timone dell'azienda, il processo di rinnovamento della gamma in realtà era stato già avviato da Jannetti stesso - dimostra anche quanto Sanlorenzo S.p.A. creda ancora e parecchio al settore dei flying bridge di lusso, nonostante si stia al contempo proiettando nel mercato dei superyacht più grandi che, per molti versi, oggi sembra tirare e attrarre molto di più. Una produzione che continuerà, quindi, a caratterizzarsi per l'alto livello qualitativo complessivo e che a regime subirà un'accelerazione del tutto relativa in termini di numeri, ma che vedrà proprio nel 62' il modello più replicato.

È stata poi la volta di Antonio Santella che ha preso la parola per illustrare la realtà produttiva di Viareggio di cui sarà a capo - due grandi capannoni nel cuore pulsante della città - e soprattutto delle prime nuove barche che da lì usciranno. La prima porta l'acronimo di SD92, trattandosi di una navetta semidislocante, di 92 piedi, che sarà realizzata in VTR. Santella ha tenuto a precisare che anche in questo caso, come in quello dell'altro superyacht presentato durante la conferenza stampa, il 40m ALU, grande risalto è stato dato proprio all'elaborazione del design degli scafi anche da lui definiti ".dei classici senza tempo. Il lavoro fatto con Francesco Paszkowski - già più volte interlocutore di Santella ai tempi di Baglietto - che firma entrambi i progetti, è stato molto intenso, guidati dalla stessa voglia di proporre barche la cui essenza fosse inconfondibilmente quella di Sanlorenzo ed elaborando però soluzioni estetico funzionali capaci di dare loro una grande personalità".

Così la SD92, lunga m 27,50 per 6,80 di larghezza, spinta da 2 Caterpillar da 1.015 HP, si presenta con una linea per alcuni versi assimilabile a quella dei grandi motoryacht fly di Sanlorenzo, anche se la barca gode di volumi e superfici decisamente più importanti. Emblematico è il ponte più alto, un vero e proprio sun deck, davvero vasto e invitante per gli appassionati dei bagni di sole, ma anche in parte protetto da un hard top sul quale svetta un classicissimo alberotto in legno. Interessanti anche l'inserto che segue la finestratura della pilthouse, snellendo il montante, e la grande porta finestra a metà del ponte principale, che offre accessibilità a cucina e relativa dinette. Quello delle navette semidislocanti - ha aggiunto Santella - è un settore nel quale crediamo parecchio, perché la navetta ha spiccate qualità marine spiccate, è una barca che permette di navigare di notte, una long range boat, poco rumorosa, una barca che va incontro alle esigenze del vero appassionato di nautica. Anche chi oggi va in barca a vela, su una grande barca a vela, potrà essere sicuramente attratto da una nostra navetta.

Il 40m ALU è dunque un superyacht in alluminio, veloce, 40 metri per otto di larghezza spinto da 2 MTU da 3.700 HP che indubbiamente cattura l'attenzione: innanzi tutto per la presenza dell'inusuale colorazione in contrasto data all'hard top, sul quale spicca una sorta di radar arch molto aerodinamico; poi, a guardarla meglio, per la presenza di diversi altri spunti stilistici e funzionali interessanti. Paszkowski su questa barca ha infatti utilizzato una soluzione a metà fra quella definita wide body, con tuga larga - così appare la barca verso prua, per conferire maggiore spaziosità ai locali riservati all'armatore - e il classico motoryacht con tuga più stretta, che concede il passavanti esterno, com'è in effetti la barca verso poppa. Per mantenere inalterata l'accessibilità dal ponte di prua verso poppa e viceversa, il designer toscano ha altresi ricavato dei passavanti che proprio a mezza nave salgono e poi, seguendo il profilo dello scafo, ridiscendono a prora. Parte dello sforzo progettuale sia di questo 40 metri che della più piccola navetta, è stato poi finalizzato ad amplificare la godibilità del mare da parte di chi si trova a bordo, la sensazione di esservi quanto più vicini. In questo contesto rientra l'ampiezza delle vetrate elaborate per l'SD92 ma anche, ad esempio, la vera e propria terrazza sul mare che l'armatore del 40m ALU può godersi, direttamente accessibile dall'area "owner", ricavabile grazie al ribaltamento di 90° della falchetta.

Dopo Roberto Zambrini, che si occuperà di coordinare e gestire le due realtà produttive di Ameglia e Viareggio, è tornato a parlare Massimo Perotti, presentando Tom Carroll, amministratore delegato della neonata Viking Custom Yachts Inc.. che rappresenterà Sanlorenzo negli USA. Un partner appositamente creato da Viking Yacht - leader nel settore dei convertible - con il compito di vendere Sanlorenzo agli statunitensi, indubbiamente, e aprendo un nuovo importantissimo mercato al cantiere - se l'azienda aveva un limite, era proprio quello di concentrare il proprio florido business quasi esclusivamente in Italia - un partner che dovrà anche educare quel mercato "di massa" al piacere di possedere la qualità di un motoryacht italiano realizzato su misura, tailor made direbbero loro. Un piacere, nel caso di Sanlorenzo, che continuerà a essere davvero per pochi.