2008 09 Prova: Master Yacht 52

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TESTO:

Master Yacht 52 Linea elegante e interni con due o tre cabine. Punti di forza qualità di design e finiture. Monta motori Volvo Penta, Yanmar o Man. Dopo anni di esperienza nell’importazione e vendita di prestigiosi marchi della cantieristica statunitense, l’italiana Master Yacht ha deciso di realizzare imbarcazioni in maniera autonoma proponendo un proprio progetto. Il frutto di quest’iniziativa si è rivelato un successo, confermato innanzitutto dalla buona risposta di pubblico ...

02/09/2008 Linea elegante e interni con due o tre cabine. Punti di forza qualità di design e finiture. Monta motori Volvo Penta, Yanmar o Man. Dopo anni di esperienza nell’importazione e vendita di prestigiosi marchi della cantieristica statunitense, l’italiana Master Yacht ha deciso di realizzare imbarcazioni in maniera autonoma proponendo un proprio progetto. Il frutto di quest’iniziativa si è rivelato un successo, confermato innanzitutto dalla buona risposta di pubblico all’ultimo salone nautico di Genova. Queste barche rispondono alle esigenze di chi cerca un’imbarcazione con buoni spazi abbinati a finiture e soluzioni di alto livello. Prova È stata effettuata in una giornata caratterizzata da vento teso e onde abbastanza rapide e nervose, in costante aumento. I motori montati erano due Volvo Penta D9 V Drive da 575 cavalli ciascuno. In alternativa si possono scegliere due Volvo Ips 600 da 435 cv o motori Yanmar o, ancora, Man. Il test è avvenuto con nove persone a bordo, il serbatoio del carburante pieno e quello dell’acqua vuoto. Lo scafo ci è apparso da subito stabile nell’affrontare le onde. Il Master 52, a causa del forte vento, ha però evidenziato la tendenza ad alzare molta acqua. Nonostante questo, vista la posizione di guida al coperto e alla costante azione dei tergicristalli, la visibilità è stata ottima, anche ad alte velocità. La visuale di chi è ai comandi è costantemente buona perché lo scafo anche quando entra in planata non si alza mai molto. La reattività al timone non è immediata e il Master non può certo essere definito come un’imbarcazione nervosa. Notevole la stabilità, sia se sollecitato da onde nervose sia durante virate molto strette anche in condizioni avverse. Nelle virate più strette e ad alti regimi lo scafo rimane piano senza inclinarsi troppo di lato. A 1.500 giri entra in planata raggiungendo una velocità di oltre 12 nodi in circa 10 secondi. Ma stimiamo che con condizioni migliori la planata sia più rapida. Abbiamo testato due diverse velocità di crociera: la prima, che definiamo economica ad un regime di 2.000 giri permette di navigare oltre i 22 nodi. Se invece si preferisce una crociera più aggressiva, si può aumentare il numero dei giri fino a 2.250 per una velocità di oltre 26 nodi. La massima registrata è stata di 29,3 nodi a 2.350 giri. La rumorosità, in particolare una volta chiusa la vetrata di poppa, è davvero contenuta e dai 1.500 giri rimane costante. Durante le manovre in porto abbiamo trovato adeguata l’ampiezza delle vetrate laterali che consento una buona visibilità in fase di ormeggio. Un particolare importante che spesso è trascurato anche su barche più grandi. L’unico limite alla visibilità nelle manovre è rappresentato dalla plancetta di poppa che rimane coperta dall’alta murata del pozzetto.

di Gianmaria Piansco