2009 12 Articolo :Cantiere Palumbo YACHT CAPITAL 2009 12

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Riproponiamo l'articolo di yachtonline del dicembre 2009 tratto da Yacht Capital n°12/2009. Il link a seguire non è attivo perchè l'editore ha cancellato o oscurato tutto il materiale postato http://www.yachtonline.it/boat-review/cantiere-palumbo

testo:

Cantiere Palumbo punta ai megayacht

“Tutto ciò che facciamo, e non è poco, è il risultato del profondo amore e della grande passione che nutriamo per il nostro lavoro e più in generale per il mare". Antonio Palumbo ci accoglie così, al nostro arrivo negli uffici del Cantiere Palumbo, dislocati nel cuore del porto di Napoli. Non è un caso che il motto di questa società che, dal 1967, si occupa di riparazione, costruzione, trasformazione, refitting e manutenzione di ogni tipo di nave, lavorando con tutti i principali armatori italiani e stranieri, sia “qualsiasi cosa può diventare un piacere, se la si fa con passione”.

Una dichiarazione d’intenti piuttosto chiara, che diviene concreta, palpabile, al momento in cui ci si lasciano alle spalle i cancelli del cantiere partenopeo, immergendosi in una realtà estremamente professionale. È qui, a pochi passi, tra un mastodontico bacino di carenaggio e un capannone per la carpenteria, che sta nascendo il primo megayacht concepito in toto all’ombra del Vesuvio e interamente realizzato da maestranze napoletane. Una barca di 177 piedi commissionata dalla Columbus Yachts, una società armatrice monegasca con a capo un magnate russo, che è stata presentata all’ultimo Monaco Yacht Show (palcoscenico adeguato a questo meraviglioso gioiello) e che sarà pronta per la fine dell’anno prossimo. «Ed è solo la prima», sorride Antonio Palumbo, mentre lancia uno sguardo soddisfatto verso “la creatura”, che giorno dopo giorno cresce a vista d’occhio assomigliando sempre più rapidamente a quella che sarà la sua forma definitiva. «Con questa barca siamo già al 60 per cento dei lavori, poi ci dedicheremo alla seconda, un 61 metri, e inoltre siamo già in trattative per farne un terza, un 72 metri. Come vede la nostra potenzialità è enorme e questo fa sì che noi, una volta superata la crisi che nel 2010, massimo all’inizio del 2011, dovrebbe finalmente finire, saremo ancora più forti di prima. Il periodo è difficile per tutti, ma noi stiamo investendo», prosegue l’uomo che ha trasformato questa realtà locale in un colosso internazionale del settore che, oltre a Napoli, ha una sede anche a Messina e presto ne avrà una anche a Malta.

«Non siamo economisti, ma abbiamo la volontà e la consapevolezza che in un momento di difficoltà non bisogna arrendersi, ma, al contrario, si deve investire e credere sempre di più in quello che si fa. La mia vita mi ha insegnato che nulla nasce per caso e che le difficoltà ci sono sempre, ma alla fine il lavoro paga». Mentre parliamo della multiforme attività del cantiere, a due passi da una gigantesca nave portacontainer ferma nel bacino Palumbo per un lavoro di pittura dello scafo, veniamo raggiunti da Giuseppe Palumbo, direttore tecnico del cantiere, uno dei due figli di Antonio (l’altro, Raffaele, è il responsabile della struttura di Messina), dall’ingegnere Gianpaolo Lapenna e dall’architetto degli interni Felice Renzulli, impegnati a tempo pieno nel progetto e nella realizzazione del Columbus 177, scafo in acciaio e sovrastrutture in lega leggera, con linee d’acqua disegnate dalla Hydro Tec di Sergio Cutolo e interni concepiti dal noto studio dell’architetto Tommaso Spadolini. Palumbo Jr., Lapenna e Renzulli sono il presente e il futuro dell’azienda e non deve stupire se, pur gravitando intorno ai 30 anni, siano già delle pedine fondamentali del Cantiere Palumbo.

La filosofia di questa azienda, che tra Napoli e Messina occupa a tempo pieno circa 130 persone (con gli indiretti e i fornitori fissi il numero sale di parecchie decine di unità), è infatti quella di credere e puntare sui giovani, perché sono loro il vero volano di un’azienda. «Io ho la grande fortuna di avere due figli molto bravi, per cui è naturale aver approfittato delle loro capacità, ma, a parte questo, sono convinto che puntare sui giovani sia un beneficio assoluto. Certo, ci vogliono tempo, soldi e pazienza per formarli a dovere, ma ne vale la pena». Antonio Palumbo, che oltre a essere l’amministratore unico dell’omonimo cantiere è stato anche riconfermato alla presidenza della Sezione cantieristica navale dell’Unione industriali di Napoli, crede fermamente in ciò che dice. E i fatti gli danno ragione. L’aver investito molto sulle risorse umane, scegliendo collaboratori affidabili e possibilmente giovani, la volontà di fare le cose per bene, dando assoluta priorità al rapporto umano, di stima e fiducia, sia con i fornitori sia con i clienti, sono alla base del business del Cantiere Palumbo e gli consentono di affrontare nuove sfide, come la costruzione della linea di yacht Columbus, con la serenità di chi è consapevole della propria forza. Osando, visto che la parola sembra essere passata di moda, potremmo parlare di etica. Antonio Palumbo ci guarda e annuisce. «L’etica è importante, nel lavoro e nella vita di tutti i giorni. C’è gente che invece di risolvere problemi, li crea. Be’, noi cerchiamo di fare il contrario, investendo e puntando a valorizzare le professionalità che abbiamo qui a Napoli. E non sono poche, credetemi».

Emanuel Richelmy

Tratto da Yacht Capital n. 12/2009