2010 01 Articolo: Varo tragico a Santa Margherita, le assicurazioni non pagano
http://www.ilsecoloxix.it/p/levante/2010/01/29/AMPLNTKD-tragico_assicurazioni_pagano.shtml
testo:
L’EPISODIO RISALE AL 2005
29 gennaio 2010
Varo tragico a Santa Margherita, le assicurazioni non pagano
Simone Traverso
Sono stati impugnati i risarcimenti che il giudice del tribunale civile di Chiavari ha riconosciuto alle vittime del tragico varo avvenuto il 24 settembre 2005 a Santa Margherita. A seguito dell’incidente due persone persero la vita, Gian Bisso e Giuseppe Rosselli (dipendenti del cantiere navale dove avvenne la cerimonia), e una terza, la turista tedesca Heike Opiz, rimase gravemente ferita e dovette subire l’amputazione di una gamba. Le compagnie assicurative hanno presentato ricorso innanzi alla corte d’Appello di Genova contro la sentenza di condanna pronunciata, nel febbraio dello scorso anno, dal giudice Andrea Del Nevo nei confronti della società Costruzioni navali Santa Margherita Ligure srl in solido con le imprese di assicurazione Ras e Assitalia.
Il tribunale aveva disposto risarcimenti complessivi per oltre due milioni e 700 mila euro. Ma le compagnie assicurative si sono opposte al pagamento, eccependo vizi procedurali, ma anche sostanziali. I richiedenti sostengono che le imprese assicurative non sono tenute a garanzie perché gli accordi con i cantieri non “coprivano” i danni provocati da colpa grave (quale, ad esempio, la mancata adozione di misure di sicurezza sul luogo di lavoro). Il giudice Del Nevo aveva motivato la sentenza di condanna al risarcimento del danno su tre punti. Il primo: la sentenza di patteggiamento, che ha chiuso il processo penale per omicidio colposo, costituisce prova per il giudice civile (Mario e Giuseppe Diano, padre e figlio, rispettivamente legale rappresentante e responsabile della sicurezza della Cantieri navali Srl, avevano patteggiato rispettivamente un anno e 6 mesi e 6 mila euro di ammenda e 2 anni e 6 mesi e 10 mila euro). Il secondo: la perizia dell’ingegnere Niccolò Reggio, che aveva evidenziato negligenze, in merito alla sicurezza, da parte del cantiere navale e l’assenza nell’area del varo di sistemi di avviso acustici o luminosi per la protezione degli operatori e degli spettatori. Il terzo: l’attività di alaggio e di varo costituisce attività pericolosa, per questo dà origine a una responsabilità oggettiva (ovvero “di fatto”, senza necessità di colpa o dolo) e chi provoca il danno, di conseguenza, ha l’onere della prova, cioè di provare la propria innocenza.
Già in primo grado di giudizio, le società di assicurazione Ras e Assitalia avevano tentato di escludere l’applicazione della loro copertura assicurativa al cantiere, proprio in ragione delle carenze nella sicurezza dell’area, ma il giudice le aveva condannate a pagare in solido con la Costruzioni navali.
L’udienza di fronte alla corte d’Appello è stata fissata per il prossimo 20 maggio 2010. Citati la turista tedesca ferita, gli eredi delle due vittime, assistiti dagli avvocato Luigi del Pacchia, Pasquale Tonani e Carlo Golda e altre due persone ferite, Raffaella Onorato ed Emilio Antireno, difesi dall’avvocato Giulio Muzio.