2012 11 Articolo: Porto di Lavagna, causa civile contro il Comune

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martedì 20 novembre, 2012

Porto di Lavagna, causa civile contro il Comune Il 16 novembre la Porto di Lavagna Spa ha depositato al tribunale di Chiavari un atto di citazione per il mancato prolungamento della concessione demaniale A dicembre 2007 la Porto di Lavagna Spa e il Comune firmavano un protocollo di intesa per la gestione dell’area demaniale, che prevedeva un percorso di trasformazione in porto per rimessaggio a struttura urbanisticamente integrata.

Nel 2008 il gestore presentò il progetto che prevedeva la passeggiata sulla diga, la nuova piastra, locali e giochi per i più piccoli. Nel frattempo, c’è stata una gara europea, a livello di project financing, bandita dal Comune proprio sulla base del progetto della Porto di Lavagna: nel 2010, la stessa società comunicò il proprio ritiro, poi (era il 4 ottobre) il consiglio comunale dichiarò inammissibile l’unico progetto concorrente, quello della società “Lavagna Futura”.

Il 16 novembre la Porto di Lavagna ha depositato al Tribunale di Chiavari un atto di citazione: una sorta di causa civile, per il mancato prolungamento della concessione demaniale. Scrive Il Secolo XIX che “secondo gli avvocati Giuseppe Greco e Antonino Buongiorno Gallegra, il protocollo di intesa deve essere classificato come contratto a prestazioni corrispettive. Un atto che impegnava l’amministrazione ad una “proroga della concessione per una durata rapportata all’entità degli interventi che saranno effettuati dalla società concessionaria” che, per la verità, nel documento viene definita “eventuale”, ma il protocollo si conclude, anche, precisando che esso avrà “completa attuazione” solo alla presentazione di tutti i progetti che venivano concordati tra le parti “e al contestuale rilascio del titolo concessorio, la durata del quale sarà dipendente dall’ammontare degli investimenti ritenuti ammissibili ed utili al raggiungimento dei complessivi obiettivi del presente protocollo”.

Si legge ancora sul quotidiano ligure: “La richiesta della società fu di ulteriori 35 anni, da aggiungere alla scadenza del 2024. La mancata concessione della proroga, secondo la richiesta depositata dai legali dell’azienda, darebbe diritto ad un rimborso, da parte del Comune, di ben 10 milioni di euro, mentre “nella diversa e non creduta ipotesi in cui si ritenga non ancora perfezionato il contratto, il Comune deve rispondere per responsabilità precontrattuale”: questa viene stimata in circa un milione e 50mila euro. «Sono stime molto precise, che abbiamo fatto con i nostri contabili e avvocati», dice l’amministratore delegato della Porto di Lavagna, Jack Roc Mazreku”.