2013 02 Articolo: Tutto il business di Malagò
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Tra i suoi soci Lupo Rattazzi e Matteo Montezemolo. Investimenti in Banca Finnat e Maire
Tutto il business di Malagò
Salasso Acea: azioni acquisite per 28 mln ora ne valgono 15
di Stefano Sansonetti
Giovanni Malagò
Un business a dir poco caleidoscopico, portato avanti con alterne fortune e con diversi compagni di viaggio. Per Giovanni Malagò, fresco di nomina alla presidenza del Coni, il mondo degli affari è sempre stato l'habitat naturale. Un contesto dal quale negli anni è derivata una marea di investimenti, spesso dagli esiti sfortunati. Un esempio su tutti? L'acquisto di azioni Acea effettuato qualche anno fa attraverso la GL Investimenti, società di cui Malagò divide la proprietà con Lupo Rattazzi, figlio della defunta Susanna Agnelli. Ebbene, quel pacchetto di azioni Acea, in pancia alla società a un valore di carico di 28,4 milioni di euro, valeva 15,5 milioni a metà 2012, ultimo dato contabile disponibile. Un «bagno», come si dice in gergo, che ha visto evaporare circa metà del valore dell'investimento. E certo non ha giovato alla GL Investimenti, che a metà 2012 ha fatto segnare perdite per 3,4 milioni. Ma la holding di partecipazioni del duo Malagò-Rattazzi non si è data per vinta. Sempre dall'ultimo bilancio risultano in mano alla società il 2% di Maire Tecnimont, per un valore di 4,8 milioni, il 2% di Banca Finnat (tradizionalmente vicina al Vaticano), per 2 milioni di euro, e il 4,5% in Esperia Aviation Services, per 228 mila euro. Quest'ultima società, in particolare, si occupa di trasporto in elicottero verso località come Sankt Moritz, Cortina, Venezia, Saint Tropez, Portofino e San Marino. Per farlo ha in dote quattro elicotteri Agusta Westland (del gruppo Finmeccanica), ma l'attività non va un granché bene: a fine 2011 la società perdeva 5,5 milioni di euro.
Nella GL Investimenti, per la precisione, Malagò è presente al 50% attraverso un'altra holding di partecipazioni, la Samofin, che lui stesso detiene al 95%. Ebbene, tra le partecipazioni della Samofin spicca un altro 5% nella Maire Tecnimont, di cui Malagò è anche consigliere di amministrazione, ovvero il gruppo di ingegneria e costruzioni quotato in borsa che fa capo all'imprenditore Fabrizio Di Amato.
A seguire abbiamo il 50% nella Moma Line, la cui parte restante del capitale è in mano a Matteo Cordero di Montezemolo, figlio di LUCA DI MONTEZEMOLO Luca. Ebbene, la Moma Line, che ha chiuso il 2011 con una perdita di 420 mila euro, è attiva nella rivendita degli yacht Itama attraverso il 50% detenuto nella Moma Italia, anch'essa in perdita a fine 2011 per 224 mila euro (mentre il fatturato è rimasto stabile a 6,2 milioni.) |
Infine la Samofin ha in pancia anche il 50% di Impresacquacetosa, una società di brokeraggio assicurativo che vede come socio al 50% Andrea Pignoli. Costituita nel 2009, l'Impresacquacetosa è ancora alla ricerca di un consolidamento del suo business. Nel frattempo ha incamerato il 50% della Ital Brokers spa, altra società del settore, il cui valore in bilancio è di circa 2 milioni di euro.
Quando si parla di Malagò, poi, non si può non citare la Samocar, rivenditore di Ferrari e Maserati per il Lazio e altre regioni d'Italia. Il nuovo presidente del Coni ha il 15% della società, che per il resto è riconducibile a tutti gli altri componenti della sua famiglia. La Samocar è stata sempre il fiore all'occhiello degli affari di Malagò. Solo che come molte altre realtà sta faticando in periodo di crisi. I ricavi, a fine 2011, si sono fermati a 45,4 milioni, in calo rispetto ai 55 dell'anno precedente. Il fatto è, spiega la relazione sulla gestione, che tra le altre cose si sono venduti meno «bolidi»: dai 261 del 2010 si è passati ai 168 dell'anno successivo. E così l'utile è crollato da 1 milione e 13 mila a 160 mila euro. Dai documenti societari della Samocar, in ogni caso, spicca un discreto patrimonio immobiliare. Ci sono ben 11 cespiti, tra appartamenti e complessi, che al netto degli ammortamenti valgono 15,3 milioni di euro.