2013 03 Articolo: La Maddalena: vicolo cieco. L'ex arsenale ritorni ai maddalenini

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La Maddalena: vicolo cieco. L'ex arsenale ritorni ai maddalenini

29 MARZO 2013 | DI ROBERTO ZANCHETTA

La vediamo grigia, anzi nera. Sulle bonifiche, previste per Cala Camicia, la situazione va a complicarsi e i costi ad aumentare. Dagli iniziali sei milioni di euro, previsti per bonificare i sei ettari dei fondali, siamo passati a diciannove e per garantire la copertura finanziaria dell’operazione ne mancherebbero dieci. Ma, tranquilli, sarà la Mita Resort a garantire le spese, ciò avverrà quando verserà l’una tantum da trentun milioni prevista dal contratto. Solo allora verrà assicurato l’inizio delle tanto attese bonifiche. L’elementare operazione sarebbe emersa nel corso dell’ultima conferenza di servizio, lo Stato (vero responsabile dell’inquinamento dei fondali di Cala Camicia, per 120 anni con lo stabilimento militare ha creato quella situazione di grave inquinamento, idrocarburi, amianto, materiali oleosi etc,), vorrebbe trasferire alla Regione tutto il problema bonifiche, nell’attesa che quest’ultima possa introitare l’una tantum, da 31 milioni di euro, che la Mita Resort dovrebbe versare, come stabilito dal contratto di gestione. Sembrerebbe un gioco fin troppo semplice ma, nonostante l’ottimismo manifestato da alcuni amministratore, la situazione si sta, palesemente, complicando. Infatti, ci si dimentica delle affermazioni dell’ingegner Donato Rossi, procuratore speciale, nel Porto Arsenale, di Mita Resort. Rossi due anni fa pronunciava una vera e propria dichiarazione di guerra: “Chiederemo i danni alla Presidenza del Consiglio e alla Protezione civile, la quantificazione degli indennizzi verrà fatta nell’arbitrato già in corso, perciò non verseremo l’una tantum da 31 milioni prevista dal contratto. Parole chiare, forti e precise che non lasciano dubbi sulla posizione della Mita e sulla gestione dell’ex Arsenale, per la quale paga appena sessanta mila euro annui. La chiarezza dell’ingegner Rossi la possiamo misurare tutti i giorni, osservando le condizioni in cui si trova l’intera struttura Arsenalizia. L’abbandono, pressoché totale, non lascia dubbi sulla strategia messa in atto dalla società del gruppo siderurgico Marcegaglia. Basta illusioni, occorre essere realisti, i fatti parlano chiaro, il braccio di ferro che la Mita Resort ha aperto è diventato, alla luce delle ultime comunicazioni, in consiglio comunale, del Sindaco Comiti, di facile lettura. La Mita Resort, che ha una esposizione con la banca Unicredit di un miliardo di euro ed ha oramai venduto uno dei suoi gioielli, il Fort Village di Santa Margherita di Pula, per far cassa, al colosso Gazprom, del magnate russo Alisher Usmanov, uomo amante del nostro Arcipelago, non è più in grado di garantire il rilancio dell’ex Arsenale di Moneta. Un motivo in più per lottare e entrare in possesso di quel patrimonio abbandonato, inesorabilmente, al suo destino. Le bonifiche, salvo colpi di scena che auguriamo possano verificarsi, non si realizzeranno presto, allora? Attendiamo che arrivi qualche segnale ricco di coraggio e determinazione da parte di tutti i soggetti politici chiamati in causa, soprattutto da parte dell’amministrazione locale. Il tempo delle attese è terminato, non possiamo più sperare nelle false promesse o credere ancora in chi ci ha truffato, occorre reagire ed alzare la testa per entrare in possesso di quel bene e puntare, noi, al rilancio della nostra, sempre più asfittica, economia. Se non vi sono le condizioni per una regolare attività turistico ricettiva, come afferma la Mita e l’inquinamento confermerebbe questo, è altrettanto vero che la stessa Mita nulla ha dimostrato di voler fare, sinora, per uscire dal disastro lasciato in eredità dal mancato G8.

Siamo sempre più immersi nel profondo di una crisi che non concede spiragli di ripresa, il lussuoso albergo, disegnato dall’architetto Stefano Boeri, salterà anche la prossima apertura, tutta la struttura portuale, che avrebbe dovuto segnare il rilancio della nautica da diporto, richiede importanti interventi, le coperture dei grandi padiglioni espositivi si stanno sgretolando sotto le sferzate del maestrale, per il futuro del Main Conference, sul quale preferiamo stendere un velo pietoso, si prevede uno spazio all’interno del lungo elenco delle strutture abbandonate e fatiscenti, nonostante la sua tenera età.