2014 03 Articolo: Cambia la spa del Porto “Marina di Cicerone” di Formia (da Latina Oggi) Secondo me merita una vostro approfondimento:
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Cambia la spa del Porto “MARINA DI CICERONE” di Formia (da Latina Oggi) Secondo me merita una vostro approfondimento:
Pubblicato 23 Marzo 2014
Latina Oggi, Sabato 8 Marzo 2014
L’opera doveva essere consegnata entro la fine del 2014, lavori mai partiti
Cambia la spa del porto
Il Gruppo Ranucci, capofila del progetto, cede metà delle quote
Addio porto di Formia. E’ stato un piacere averti desiderato. La più importante opera pubblica (sempre dopo la Pedemontana) prevista per la città comincia a mostrare i primi veri segni di stanchezza e appaiono le crepe finanziarie in un’idea che vale ancora 129 milioni di euro in progetto di finanza. E il problema è proprio questo, perché il principale partner privato che doveva procedere alla costruzione del porto Marina di Cicerone, ossia il gruppo Ranucci, ha ceduto la metà delle sue quote ad un nuovo soggetto registrato in Camera di Commercio. In questo modo il «Gruppo Ranucci Finanziaria e Partecipazioni srl» è passato dall’originario 47,5% all’attuale 27,5% . Parte delle quote di Ranucci, insieme ad altre partecipazioni minori detenute da Impresa Pietro Cidonio e Sacen (entrambe deputate alla costruzione vera e propria) sono andate a Fincosit, una società per azioni che con tiene al suo interno una miriade di altre società scatola per cui dipanare l’intreccio (tipicamente italiano) di queste società diventa a sua volta un’impresa. Agli atti della Camera di Commercio «Fincosit spa -Grandi Lavori» detiene ad oggi il 24,9% mentre nelle mani di Sacen resta l’uno per cento e Pietro Cidonio spa detiene il 47,5% di Marina di Cicerone spa, la società nata appositamente per realizzare il porto turistico di Formia con capacità di 619 posti barca che avrebbe dovuto (appunto) realizzare e consegnare «entro il 2014» ottenendo in cambio la gestione per i successivi 50 anni. Il modello è lo stesso applicato per una miriade di altre opere pubbliche, per esempio per tutti gl istituti superiori di nuova costruzione messi in campo dalla Provincia di Latina. Come è evidente Marina di Cicerone spa non ha rispettato gli impegni assunti nell’ormai lontano 2010, data dell’ultima convenzione. Ciò nonostante nessuno ha ritenuto fino a questo momento di chiedere spiegazioni né tanto meno elevare (o proporre) sanzioni. E’ plausibile ipotizzare che anche il cambio degli assetti proprietari non sia stato comunicato al concessionario, ossia al Comune di Formia e i nuovi soci non hanno ritenuto (ad oggi) di rassicurare il concessionario medesimo circa il proseguimento del progetto. Non è un elemento irrilevante perché si tratta di stabilire se Marina di Cicerone spa nella sua nuova veste societaria vorrà proseguire in questo investimento nelle stesse modalità previste e se le banche vorranno concedere lo stesso credilo di cui godeva il secondo socio cardine, il Gruppo Ranucci appunto.Qualcuno, fino a non molto tempo fa, si era preoccupato del futuro del porto. Scriveva nel 2009 Maurizio Tallerini nella sua veste (allora) di consigliere di opposizione: «In seguito all’incontro avvenuto presso la sede del Comune di Formia nei giorni scorsi, sul progetto di finanza relativo alla realizzazione del nuovo porto turistico, è doveroso da parte mia intervenire…. sorge qualche dubbio relativo alle reali intenzioni di questa amministrazione da cui pare trasparire l’ipotesi di una riformulazione progettuale che bloccherebbe di fatto un iter già consolidato e pronto per mettere in atto il progetto già approvato…». Oggi da Presidente del Consiglio lo stesso Tallerini è nella condizione di chiedere spiegazioni formali. La Fincosit è amministrata da Osvaldo Mazzola e ha come unico oggetto della sua attività la «progettazione e realizzazione del porto turistico»; nel cda siedono altresì Antonio Santonocito di Fondi, Giuseppe Grondona, cittadino maltese, Vincenzo La Magna di Napoli; il presidente del consiglio di amministrazione è Alessandro Mazzi. Il capitale sociale di Marina di Cicerone spa è pari a un milione di euro, possono bastare (forse) a coprire i costi della progettazione. Nel progetto presentato al salone Nautico di Genova ormai cinque anni fa era scritto: «… il porto sarà destinalo prevalentemente a barche di grandi dimensioni (da un minimo di 12 mt fino a 70 mt e oltre, con un’alta concentrazione tra 18 e 36 mt), grazie al generoso fondale di 12 metri. La struttura si qualificherà come ‘green port’ grazie all’adozione di misure e tecnologie innovative ed inedite per il rispetto dell’ambiente, il risparmio e la produzione energetica. L’inaugurazione della nuova struttura è prevista per la fine del 2014, mentre la commercializzazione e la campagna prenotazioni verranno avviate alla fine del 2010».