2014 06 Articolo: La naturale bellezza della tecnologia

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Il Tigershark progettato da Franco Harrauer nel 1967 è una vera e propria macchina da pesca, costruita in lega leggera dalla Sai Ambrosini ebbe un immediato successo tra gli appassionati di fishing

di Aurora Restucci

Franco Harrauer, classe 1927, è uno dei più grandi personaggi della nautica italiana: la sua lunga esperienza di navigazione, maturata fin dall’infanzia, ha influenzato i suoi progetti con idee innovative spesso provenienti da settori diversi rendendo la sua produzione un’equilibrata sintesi di aspetti estetici, strutturali e dinamici ottimizzati dall’applicazione di avanzate tecnologie. Già dall’inizio degli anni 60, la SAI Ambrosini, nota azienda aeronautica, si era specializzata in innovative costruzioni metalliche sperimentando evoluti procedimenti produttivi. Questa prontezza tecnologica favorì, nel 1965 la nascita del sodalizio tra l’azienda e l’architetto Harrauer che nel mondo dell’aeronautica ha spesso trovato una fonte d’ispirazione. Dalla sinergia tra le differenti competenze, nasceranno numerosi progetti nei quali idrodinamica, funzione, struttura, forma e aerodinamica si fondono in un unico organismo. Nel 1967 viene varato il Tigershark, una vera macchina da pesca realizzata in Peraluman 35, lega leggera utilizzata per le costruzioni aeronautiche. Gli scafi, come le fusoliere degli aerei, venivano costruiti capovolti su “scali“ che utilizzavano parte degli elementi strutturali dell’imbarcazione. L’utilizzo di questo metodo, assicurava precisione e rapidità di lavorazione e l’assenza di deformazioni causate dalle saldature verticali, accentuate successivamente dai carichi dinamici: si riusciva così a ridurre le resistenze idrodinamiche oltre che i costi di stuccatura dello scafo. Il Tigershark è caratterizzato dalla fusione di elementi tradizionali ed innovativi: lo scafo presenta l’insellatura rovescia tipica dei fisherman d’oltreoceano con un pozzetto basso di bordo; la delfiniera non è un corpo aggiunto, ma è integrata nella fascia superiore dello scafo con una rastremazione ridotta a prua che si chiude con un raccordo sfaccettato; il fly aggettante rispetto alla tuga era scelta usuale, anche se di contro le sue linee tese e cuneiformi richiamano ad inedite ispirazioni di tipo aeronautico e automobilistico. Tutte le opere di Franco Harrauer rappresentano una determinata filosofia progettuale, per la quale, per dirlo con parole sue, “le pochissime concessioni di carattere estetico sono rigidamente funzionali e danno una precisa giustificazione tecnologica ad ogni linea e ad ogni particolare. Questi canoni progettuali danno sempre come risultato delle linee equilibrate, delle linee pure, e quindi naturalmente belle”