ALAIN JEZEQUEL

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Da un articolo di Marzo del 1977 de Il Giornale della Vela

....Otto tra fratelli e sorelle (lui è l'ultimo) nato in Bretagna (come Tabarly) nel '41 sotto il segno del Toro (sono testardi), non nasce in una famiglia di marinai, ma al padre piace andare per mare, appena può, con la sua scialuppa, che durante la guerra viene distrutta. Alain però ha stoffa e a 20 anni ha già progettato le sue prime barche, le costruisce in un granaio e vince con queste le regate che ogni fine settimana si disputano a Nantes. In questa città qualche anno più tardi un certo André Cornù, progettera una deriva «facile», come la definisce lui stesso, che si chiama 470. è nel club di Nantes che Alain cresce come velista-progettista, anzi come professionista totale. Le tappe principali della vita di Alain? Tutte importanti, ma le più significative sono innanzitutto l'école ars et metier (una specie di università di ingegneria molto pratica) dove decide di diventare un architetto sui generis («quale è l'architetto che ammiri di più?» «Picasso») al di fuori dell'industria e del sistema. E poi tutto il periodo passato come allenatore per 5.5 e Dragoni alla Federation Française du Yachting à Voile, quando nei 5.5 vincevano Straulino e Chance. Si accorge che per vincere nelle classi olimpiche bisogna impostare la preparazione con metodi rigidamente professionistici come fanno da tempo gli statunitensi. Alain è in seguito uno dei fondatori della vela francese, intesa come immagine cantieristica. È per due anni con Michel Dufour («è stato un maestro per me ») si occupa del cantiere e porta in regata l'Arpège, con i successi che tutti sanno, grazie all'impostazione professionistica rubata alle derive, unita ad un profiquo lavoro d'équipe. Nel '72 lavora con Philippe Harlé e in questo periodo escono i migliori disegni di Harlé: Tequila, Armagnac, Julienas, Sciacchetrà, Schnaps. Alain affina le sue cognizioni progettistiche e collauda le barche di Harlé in agguerritissime sfide con Cordelle e Finot («la maggior parte delle volte vincevamo noi »). Poi arriviamo al «periodo italiano », alla collaborazione con i fratelli Barberis, allo sviluppo del cantiere, ben guidato da Alain, grazie all'esperienza fatta da Dufour, e alla nascita del suo primo progetto con la sua firma, lo Show 29, uno scafo competitivo. Dalla metà di maggio del '75 Alain è uno yacht designer che ha posto il proprio studio nello splendido paese di Bocche di Magra, con la finestra che dà sulla darsena, dove sono ormeggiate le barche. Il Charlie Papa è un suo grande successo che gli è valso da noi il soprannome di «mago dei sesta classe ». Sono venuti in seguito il Lariosauro, la serie degli STARRY 26 e gli sfortunati half tonner («ma era l'impostazione iniziale che era sbagliata»).


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