GIAMBATTISTA FRARE
Articolo apparso nel fascicolo n. 17 de “Bollettino Aspronadi” (ottobre 2003)
Un protagonista…
Giambattista Frare, classe 1935, appare prepotentemente sulla scena del diporto nautico verso la fine degli anni ’60 Si pone in evidenza per i suoi modelli innovativi, per le carene veloci, le propulsioni ad idrogetti, le trasmissioni speciali “avanzate” e che utilizzano eliche di superficie. Le sue imbarcazioni concedono pochissimo allo “styling” superfluo, ma si distinguono per la loro affidabilità ed essenzialità operativa, e piacciono a chi predilige barche “spartane”.
Nel fatidico dicembre 1972 è tra i fondatori dell’AS.PRO.NA.DI. e sarà un protagonista dei primi “anni ruggent”. Oggi ne è socio onorario.
GB Frare entra nella nautica verso la fine del 1956 attraverso un’esperienza giornalistica come redattore della rubrica nautica per “SCIENZA ILLUSTRATA”, una testata di divulgazione tecnica popolare, che segue con attenzione l’evolversi tumultuoso della voglia del “fai da tè” in Italia.
Quando dal papà per anni validissimo e apprezzato tecnico meccanico della prestigiosa Fabbrica Motori “Isotta Fraschini”, aveva avuto in regalo il modello in scala di un racer degli anni ’38-’39, Frare s’era accorto di avere i “motoscafi” nel proprio DNA. Suscita infatti il suo interesse in particolare il settore della nautica in tutte le sue espressioni emergenti, quali il modellismo, la cantieristica. gli interventi di restauro e quant’altro.
Passa dalla penna ai “ferri del mestiere” e presto si cimenta per hobby nel progettare e poi costruire mini bolidi acquatici (navimodelli con micromotori a scoppio) ed auto costruisce addirittura un micromotore da 30 cc, cercando cosi di mettere in pratica gli ottimi insegnamenti tecnici acquisiti dal papà.
In cantiere
S’introduce più concretamente nel settore ricoprendo incarichi tecnici in un’Azienda bresciana che negli anni ’60 produce su licenza e vende in Italia affermati fuoribordo Americani poi passa ad un’altra Azienda che importa e commercia tutto ciò che riguarda il diporto ed infine entra più direttamente nel mondo che produce diporto assumendo la direzione dei “Cantieri del Garda”, a Toscolano sul Lago di Garda. Azienda che ha in produzione già vari modelli di imbarcazioni con propulsione entro e fuoribordo “per famiglia”.
G.B. Frare vorrebbe subito dare un’impronta” personale alla produzione. Ha sue idee su come progettare modelli nuovi ed avanzati: si è già guardato attorno e la prima occasione capita quando gli viene proposta l’applicazione di “idrogetti” U.S.A. sui modelli entrobordo in produzione. Siamo a cavallo tra la fine degli anni 60 ed primi anni 70, quando in Italia nel diporto le applicazioni di idrogetti su imbarcazioni con propulsori entrobordo sono rarissime ed anche nel diporto USA (tranne che nel settore dei “dragboats”) non godono grande diffusione.
G.B. Frare ne fa un impegno progettuale che vuole vincente, e per attirare presto l’attenzione fa in modo di entrare prepotentemente nell’agonismo, partecipando a varie edizioni della PAVIA-VENEZIA ed ad altre importanti Competizioni, dapprima con modelli già in produzione appunto modificati con propulsione ad idrogetto, poi in seguito realizzando nuovi modelli originali e più performanti. Si segnalerà, sia pure con alterne vicende, per le prestazioni che spesso ottiene, notevoli comunque se rapportate alle potenze motoristiche installate.
Dopo incidente alla Pavia Venezia 1965 a Centomiglia di Lario
Bun alla 100 miglia del Lario 1967 GB Frare alla Centomiglia di Lario
Delfino d'Oro in Francia Les Embiez GB Frare Colmo Mazzoletti 1965
GB Frare Pavia Venezia 1963 GB Frare in gara alla Pavia Venezia 1965
GB Frare La Paloma 022 GB Frare La Paloma 023
GB Frare Pavia Venezia 1967 GB Frare Pavia Venezia 1967 a
GB Frare Pavia Venezia 1966 b GB Frare Pavia Venezia 1966 c
GB Frare Pavia Venezia 1967 b gb Il giorno della laurea alla Sorbonna
GB Frare 072 Aetos
Bellaria 1971 Roar in prova
GB Ciceri e Soccol Bellaria 1971
Per questo target, è tra i primi progettisti che adotta soluzioni che sfruttano la portanza aerodinamica su monocarene (vedi foto), in anteprima sui catamarani. La FIAT s’interessa ai suoi progetti e gli da l’opportunità di sperimentare con successo l’impiego dei motori diesel CP3SM derivati dalla loro produzione di autocarri, ex-OM marinizzati dall’ AIFO. Adesso finalmente “GiBi” (come Frare amichevolmente viene chiamato nell’ambiente) può dare una svolta alla linea di produzione del Cantiere, producendo nuovi modelli e/o derivati in parallelo ai modelli “speciali” da competizione.
!5 m con Aifo
Le trasmissioni a sbalzo
Nasce cosi la fortunata serie di cabinati “open” da diporto e da competizione che chiamerà “ROAR”. Sono carene di tipo monoedrico, alcune con redan, con strutture e fasciami in lamellare di tipo “avanzato”, le compartimentazioni e gli allestimenti interni “custom”, ma ridotti all’essenziale, tanto che verranno anche definiti “spartani” (circolava allora nell’ambiente la battuta di GiBi secondo la quale “…tutto quello che non c’è, non si rompe”!!!…), ci sarà sempre la motorizzazione bimotore che impiega diesel aspirati e/o turbo-compressi, asse-elica che fuoriescono tradizionalmente sul fondo oppure, “a sbalzo”, dallo specchio di poppa.
Roar 30 al salone di Genova Roar n. 1
Modello studio monomotore con eliche di supoerficie Roar al Museo della Scienza e della Tecnica di Milano
Roar Classe OP2 di GB. Frare n.di gara 411 Vittorie e primato mondiale velocitàQuest’ultima soluzione di trasmissione è assolutamente inedita, originale ed anche di notevole semplicità. Abbinata ad “eliche di superficie” offre subito prestazioni velocistiche assai interessanti che convincono Giambattista Frare a tentare, ottenendoli, importanti Records Internazionali per diesel, che danno al Cantiere un ottimo ed importante ritorno d’immagine Le sue trasmissioni a sbalzo precedono nel tempo ed “ispireranno” (vedi Ing. Buzzi, ARNESON Drive, ed altri) varie altre elaborazioni più evolute e più sofisticate, tutt’oggi di grande successo non solo nel settore velocistico “offshore”
Roar piedi poppieri eliche di supeficie al Museo della Scienza e della tecnica di Milano
Negli anni 1971, 1972, 1973 e 1974 i suoi “ROAR” partecipano e si classificano primi nella Categoria OP-2 in molte competizioni. Sono gli anni del Trofeo Napoli (1974 e 1975), delle Viareggio-Bastia-Viareggio (1974 e 1975) e delle lunghe S. Margherita-Montecarlo e ritorno (1974, 1975) durante una delle quali viene stabilito il Record Mondiale di media e durata (90.7 km/h) per diesel, con il “ROAR 411″.
L’originale del “ROAR 411″ che ha ottenuto il record Mondiale, è stato donato ed è esposto al Museo della Scienza e della Tecnologia “Leonardo da Vinci” a Milano.
Piero Ciceri e GB Frare su Roar
Roar in gara con eliche di superficie Ultima del Roar
La Nautica e l’idrogeno
Batca con motore ad idrogeno
Il nostro GiBi , sempre attento ad ogni orientamento tecnico operativo, nei primi anni 70, entra a far parte di un team di tecnici che stanno studiando e realizzando l’alimentazione ad idrogeno di un normale motore entrobordo installato su di runabout “di serie”. Le prove si effettuano lungo la Mosella senza suscitare, tranne qualche scoop giornalistico, particolare interesse presso i ‘big” dell’industria, che allora evidentemente pare non siano ancora preoccupati per un eventuale carenza mondiale di petrolio!! ..Tuttavia queste esperienze vengono raccolte e trasferite in una tesi di laurea in Ingegneria che GiBi FRARE presenterà e andrà a discutere alla Sorbona a Parigi.
Una svolta
Per complicazioni cardiache nel 1982 Giambattista FRARE decide di lasciare la gestione del Cantiere sul Lago di Garda, ma definitivamente anche il mondo della nautica, con sorpresa di tutti coloro che avevano avuto modo di conoscerlo durante la sua “vivace e significativa” presenza sulla scena del diporto.
Durante gli anni in cui ha operato nel diporto nautico Giambattista FRARE nel 1972 era stato uno dei fondatori dell’ AS.PRO.NA.DI. (Associazione Progettisti Nautica da Diporto), nei primi anni operativi ne era stato un protagonista, collaborando alla stesura dello Statuto e degli altri primi atti formali, partecipando con entusiasmo alle riunioni dei Consiglieri, ma poi, nel 1982, nel tempo stesso in cui decide di lasciare il mondo nautico, GiBi lascia anche l’Associazione.
Dopo venti anni, nel corso del 2002, Giambattista FRARE è rientrato in ASPRONADI, sollecitato ad occuparsi di didattica nautica operativa in collaborazione con strutture d’istruzione istituzionali.
Ai primi incontri GiBi si presenta con la stessa inalterata “grinta” degli anni ruggenti, e molti di noi si aspettano di riconoscere presto i segni delle sue “zampate”, … aggiornate agli anni 2000.