MARCO NANNINI
Marco Nannini, nasce a Torino nel 1978. Dopo il liceo si trasferisce in Inghilterra dove si laurea, con il massimo dei voti, in Economia e Finanza all’Università di York. Il ventiduenne Marco inizia la sua carriera nella finanza come Business Analyst e poi come Project Manager per una delle “big five” della consulenza aziendale. Lavora per Deutsche Bank, Banca Popolare di Bergamo e Credem. Per Banca Popolare di Lodi segue un progetto per la filiale di Londra a conclusione del quale viene avvicinato dalla Banca Nazionale del Lavoro che nel 2004 gli offre il ruolo di responsabile del Credit e Market Risk Management della filiale londinese. Quando la banca riceve un bid ostile d’acquisto, Marco decide di proseguire la sua carriera alla Hypovereinsbank, banca appena acquisita dal gruppo UniCredit sotto la guida dell’aggressivo AD Alessandro Profumo.
La vela è cornice alla sua carriera. Appena arrivato a Londra, nel 2004, Marco compra un vecchio J24 con cui tira i primi bordi in acque inglese riavvicinandosi a quel mondo che aveva conosciuto da ragazzo nelle crociere estive con il padre in Mediterraneo, guardando a questa disciplina sempre con occhio romantico e sognatore e immaginando lunghi viaggi.
Nel 2005 Marco vende il suo J24 e compra un 36′ da crociera degli Anni 80 con cui spera, dopo qualche anno, di dedicarsi a una traversata atlantica e a un giro dei caraibi prima di tornare alla finanza. Gli incontri con un gruppo di velisti di grande esperienza nel contesto del Solo Offshore Racing Club stravolgono i programmi e i progetti di Marco. Un po’ per sfida, un po’ per curiosità si iscrive alla OSTAR 2009, la leggendaria transatlantica in solitaria da Plymouth in Inghilterra a Newport negli Stati Uniti che si corre sin dal 1960 e che ha visto partecipare tantissimi nomi della vela d’altura italiana.
Al lavoro non mancano le sfide, il 2007 segna l’inizio del Credit Crunch, precursore della più profonda tempesta finanziaria che il mondo abbia mai conosciuto e che diventa invece un’opportunità di carriera per Marco. Viene messo alla guida del team di valutazione del credito strutturato e in particolare degli Asset Backed Securities di tutto il gruppo Unicredit, da Milano a Londra, a Monaco, New York, Tokyo e Singapore con la responsabilità di monitorare portafogli per un nominale complessivo oltre i venti miliardi di euro.
Il 2008 è l’anno più duro. Dai problemi di Bear Sterns alla caduta di Lehman Brothers il mondo della finanza sembra in caduta libera senza speranza di ripresa. Le ore di lavoro sono lunghe, lo stress altissimo e il sogno di partire per la OSTAR dell’anno successivo per affrontare le tempeste meteorologiche del Nord Atlantico diventa uno dei principali obbiettivi di Marco.
Nel 2009, con un team affiatato e concentrando tutte le sue ferie in un unico blocco, Marco attraversa l’atlantico in solitaria per la prima volta e rimane stregato da questa avventura. Non solo l’immensità dell’oceano, la desolazione delle sue onde, ognuna simile all’altra ma ognuna diversa, ma anche il confronto con le proprie insicurezze, le proprie paure, tanto mentali quanto reali, come durante l’attraversamento di una zona di iceberg sui banchi di Terranova.
Dopo quest’esperienza, in cui conquista il primo posto nella propria classe, Marco trova il rientro in ufficio particolarmente difficile. Non trova più un legame con la realtà che reputa sempre più vuota e sterile. Una domanda gli rimbalza in testa: «e se provassi a diventare velista professionista?». Una OSTAR su una vecchia barca da crociera non è il biglietto col quale uscire dall’alta finanza londinese per presentarsi sul palcoscenico della vela d’altura. Marco decide allora di alzare la posta in gioco con una sfida ben al di là delle competenze apprese fino a quel momento. Decide di partecipare a una regata intorno al mondo: la Global Ocean Race. Per farlo, nel 2010 vende la vecchia barca da crociera e compra un Class40,Mowgli. Deve fare enormi sacrifici economici rinunciando a tutto per perseguire questo obbiettivo, i tempi sono duri, ma gli inizi sono molto incoraggianti. Trova subito uno sponsor per partecipare alla Round Britain and Ireland dove arriva secondo assoluto e un altro sponsor per partecipare alla leggendaria Route du Rhum, da St. Malo alla Guadalupa. Passione e lavoro si mischiano in un turbinio di emozioni e scenari improbabili con il suo stesso datore di lavoro, UniCredit a fargli da title sponsor in questo evento.
Dopo la Route du Rhum è tempo di bilanci, ma i tempi stringono e la partenza della Global Ocean Race il 25 settembre pende sulla testa di Marco come una spada di Damocle. Senza essere riuscito a negoziare un rinnovo della sua sponsorizzazione si ritrova a bussare ad ogni porta nella speranza di raccimolare abbastanza per arrivare alla partenza della regata. Il budget è ridotto a un terzo, i desiderata si riducono all’essenziale: il cibo disidratato è comprato scaduto su ebay da una ditta in fallimento e le vele nuove sono solo due su nove; non c’e’ altra scelta!
Al lavoro, Marco chiede un periodo di aspettativa non pagata per la regata, ma questo non e’ compatibile con le esigenze aziendali. Marco fa così il più importante passo della sua vita verso l’ignoto, si dimette tout court e decide di andare avanti: non senza ironia decide di chiamare la barca Financial Crisis, quella crisi che gli aveva regalato una carriera in finanza, ma accorciato le ali del sogno di fare il giro del mondo in regata.
La Global Ocean Race, regata in doppio per Class40, è un evento a tappe. Sono cinque nell’edizione 2011/2012 per un totale di 32000 miglia di oceano. Marco le affronta con tre diversi co-skipper, il britannico Paul Peggs durante la prima tappa, lo spagnolo Hugo Ramon per la seconda e terza, l’italiano Sergio Frattaruolo nella quarta e quinta, impiegando cumulativamente 158 giorni e conquistando il secondo posto. «È stata una delle imprese più difficili, faticose e stressanti della mia vita e ho pensato più volte di gettare la spugna, ma ora che posso raccontarla sono molto fiero di essere arrivato in fondo e di aver raggiunto e conquistato il mio sogno», spiega Marco, nel suo libro in cui racconta la storia di un ragazzo che insegue il proprio sogno (Sarà pubblicato nel 2015 dalla Longanesi).
Dopo il giro del mondo, Marco non prova neanche a rientrare in banca, ma si dedica a tempo pieno alla vela. Si trasferisce in Italia insieme a Ella, con cui si era sposato dopo la regata. Crea una scuola di vela d’altura. Partecipa a regate come la Roma per Tutti, la Corsica per Tutti, la 151 Miglia, la Giraglia e altre classiche del circuito mediterraneo. Nel 2014 inizia la sua collaborazione con Boat Ecology e il progetto Verde come Vela, riconoscendo immediatamente il denominatore comune fatto di interesse per la vela come sport sostenibile.
Marco ha collaborato con Il Giornale della Vela realizzando una serie di quattro DVD didattici sulla navigazione d’altura e scrive regolarmente articoli per Fare Vela.
Nel 2013 gli viene assegnata la medaglia al valore del Presidente del Senato della Repubblica Italiana per i meriti raggiunti durante la sua Global Ocean Race.
Dal 2013 al 2018 è presidente del Centro Italiano Vela d'Altura che proponeva corsi di avvicinamento alla vela su imbarcazioni quali Class40, Classe 9.50 e Mini 6.50.
Dal 2020 Marco Nannini è direttore responsabile della testata online "Barca a Vela" e direttore dell'evento sportivo Global Solo Challenge ed Amministratore Delegato della Prime Consulting.