Navigazione costiera

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Con l'espressione navigazione costiera s'intende la navigazione effettuata prevalentemente in vista della costa, utilizzando rilevamenti ottici di punti cospicui per determinare la posizione della nave, ovvero il punto nave. Disponendo di un radar o di un GPS essa viene facilitata per la possibilità di poter meglio individuare la costa e i suoi punti cospicui e poter effettuare stime di distanze in maniera più precisa ed accurata.

I metodi utilizzati per determinare il punto nave, prima che si diffondesse la navigazione satellitare NNSS e poi GPS, erano i cosiddetti metodi di misurazione ottica dei valori "azimutali" dei punti cospicui posti sulla costa, con incrocio di rilevamenti e/o con serie di rilevamenti. Tra i più usati metodi citiamo: i "cerchi capaci", la "misura angolare di punti cospicui della costa di altezza nota", la "serie di Troub", il "45° e traverso", la "regola del 60", il "triangolo di Snellius e Pothenot", il "metodo di Legendre e Carnot" e metodologie ottiche con uso dei Mils/Rad.

Per effettuare "rilevamenti" di tipo azimutale oltre che alla tradizionale bussola magnetica e bussola giroscopica, si usano grafometri, pelori e circoli azimutali. Per la determinazione delle distanze, venivano invece utilizzati prevalentemente: sestanti, stadimetri, binocoli e telemetri a principio ottico o a principio geometrico, tra cui quello più rudimentale composto da una canna di puntamento a diametro costante, senza lenti, e con divisore goniometrico azimutale ad intervalli fissi. Quest'ultimo era sostenuto da una sospensione cardanica posta ai lati della "conning house", ovvero il ponte di comando o "casotto di rotta" o "casotto di governo".

In riferimento alla disciplina giuridica e normativa vigente oggi in Italia, per navigazione costiera viene intesa quella effettuata entro le 20 miglia nautiche di distanza dalla costa.