Recensione: Tiger Paolo Caliari Cantieri Picchiotti 1969
http://www.ytem.it/boats/boatview.php?boat=tiger
testo:
1969: Anno del varo
Il 1969 si apre con tante novità e inaspettati avvenimenti che segnano il corso della storia italiana ed internazionale. Avvenimenti rivoluzionari proprio come l’arrivo del Tiger nel mondo della nautica da diporto. A luglio esce il film Easy Rider. Da qui, il cinema non è più lo stesso, nasce il genere “on the road” segnando una tendenza ed un nuovo stile di vita. Questo film interpreta appieno il sogno di libertà dell’America di fine anni ‘60, che tenta di allargare i propri confini culturali e sociali. Ancora a Luglio esce l’album Led Zeppelin II che contiene la celebre Whole lotta love. Sempre a luglio, sbarca sulla Luna per la prima volta l’uomo. L’entusiastico annuncio del conduttore televisivo Tito Stagno comunica ai telespettatori che l’Apollo 11 ha toccato il suono lunare. Sugli schermi dei telespettatori passano le immagini dell’astronauta Neil Armstrong, che, scesi lentamente i gradini della scaletta, tocca la superficie lunare ed inizia una storica passeggiata. Tre giorni di Rock estremo segnano l’anno, è il grande concerto di Woodstock: cultura hippie ed eccessi; non è un semplice concerto, ma un fenomeno sociale e di costume. Per la prima volta vengono collegati in remoto due computer, lo studente Charley Kline effettua il primo collegamento tra l’università della California e lo Stanford Research Institute. Da quel momento la comunicazione cambia dimensione e scala, per diventare poi trent’anni dopo globale.
La storia del cantiere e il designer
Nel 1969, Piero Picchiotti, classe 1928, riesce a convincere Paolo Caliari a passare da Varazze, dove lavorava con Baglietto, a Viareggio, per dare vita ad una delle più straordinarie partnership tra un designer e una famiglia di costruttori navali del periodo leggendario del design nautico. La collaborazione è durata più di trentanni e Paolo Caliari per Piero Picchiotti ha disegnato barche importantissime tra cui il Leopard (1973) che ha originato l’attuale brand di famiglia. Il Tiger, dal canto suo, è l’atto fondativo dell’alleanza tra Paolo e Piero. Il Tiger viene costruito dal Cantiere Picchiotti e successivamente dal Cantiere Navale Mario Maggini Limite sull’Arno. Il Cantiere Picchiotti era uno stabilimento di costruzioni navali di antichissime tradizioni (1600) e ha sede nel cuore di Viareggio ma originario di Limite sull’Arno. Dai suoi scali sono nate navi di ogni genere, dai velieri alle navi militari fino alle imbarcazioni da diporto. All’inizio degli anni ‘90 il cantiere Picchiotti è stato acquisito dal gruppo Perini Navi.
Genealogia
Il Tiger è il frutto di un processo di rinnovamento dell’oggetto barca che Paolo Caliari inizia alcuni anni prima, dal GA40, passando attraverso il Baglietto 18M, il 16,50 e così via. Dal Tiger in poi, si può affermare che la nautica non è più stata la stessa. Ciò in ragione della morfologia totalmente innovativa, dell’ardita distribuzione degli ambienti, della colorazione coraggiosa e delle finiture nere-opache, della coerenza tra forma e tecnologia nella costruzione in compensato marino: caratteristiche che non concedono niente al decorativismo. Prodotto rivoluzionario, il Tiger è uno spartiacque che ha generato una netta separazione storica tra un prima e un dopo.Rappresenta l’apice di un processo di sviluppo tecnologico, quello della barca a carena lignea, e l’inizio dello sviluppo della carena stampata nella classe di imbarcazioni tra i 10 e i 27 m, che troverà nel C42, nel Cobra e nel Leopard Sport, gli esempi più significativi nella produzione europea degli anni ‘70-’90. Il “caso Tiger”, ha trasformato come un fulmine al ciel sereno, la nautica a cavallo tra gli anni ‘60 e ‘70. Con questa imbarcazione si definiscono i caratteri genetici che identificano il Mediterranean Style: coerenza, razionalità e nessun decorativismo; forma, funzione e tecnologia. Questi elementi fanno della barca un prodotto valido a prescindere dal tempo. In questa tipologia di barche esiste una stretta relazione fra la vita all’aria aperta e quella all’interno. Grazie all’originale ribaltamento degli ambienti di comando (plancia), del soggiorno (quadrato) e la presenza di una vera e propria cabina letto. Ciò crea una relazione fra esterno ed interno aperta, diretta e livellata divenendo un vero med-yacht.
Si ebbero poi tre versioni successive: Tiger N, Tiger S e Tiger F (Cantieri Mario Maggini)
Tecnologia costruttiva
Carena a V profondo, struttura longitudinale e trasversale in mogano massiccio con fasciame del fondo e dei fianchi in compensato di mogano ad alta resistenza; sovrastruttura in compensato di mogano su struttura in mogano massiccio; isolamento termoacustici in poliuretano e lana di roccia, verniciature interne antirame e antimuffa; vernice esterna poliuretanica. Rivestimenti interni in tessuto vinilico elastico, feltri sintetici e laminati plastici, soffitti e doghe rivestite in tessuto vinilico, moquette in fibra sintetica.
Stile
Il nome “Tiger” nasce da un carro armato tedesco, il Panzerkampfwagen Tiger II, come testimonianza della grande passione che Caliari ha sempre manifestato verso la “forma necessaria”, di tipo militare. Il Tiger è una sintesi geometrica di aggressività ed eleganza, di aerodinamica e performance. A queste connotazioni di “stile” associa un modello sociale esclusivo e sportivo assieme: il Tiger si è presentato sfacciatamente al pubblico come una garçonnière galleggiante con un’ardita distribuzione degli spazi. Propone infatti un living arredato in stile minimalista, con una cucina che altro non è che un bar per due. Sfacciata poi è l’unica cabina equipaggiata per la prima volta con un letto matrimoniale, collegata direttamente al bagno (per la prima volta completato con bidet). L’insieme, pensato come una vera e propria suite di albergo e in sintonia con atteggiamenti post sessantottini, ebbe il coraggio di denunciare pubblicamente l’ipocrisia dello yachting più conservatore. Per questo, suscitò scandalo all’epoca della sua realizzazione e presentazione al salone Nautico di Genova. Le forme degli accessori, disegnate maniacalmente in ogni dettaglio, presentano soluzioni che esaltano sia l’aggressività dell’insieme sia la semplicità formale: le prese d’aria motore costituite da una semplice successione di “buchi neri”richiamano alla mente gli aerei militari, mentre, il corrimano anteriore esalta un forte minimalismo caratterizzato da uno slancio verso prua che ricordava il becco di un uccello predatore.
Specifiche Tecniche
Dieci metri e trenta di lunghezza fuori tutto caratterizzano questa imbarcazione che grazie a due motori diesel riesce a raggiungere una velocità massima di 28 nodi. Esisteva anche una versione con due motori benzina (quella della foto introduttiva) che raggiungeva una velocità massima di 36, 38 nodi. Il baglio massimo di quattro metri assicura un comodo ed ampio spazio abitabile in confronto ad altre imbarcazioni di pari lunghezza.