STORIA DEL CANTIERE CAMPANELLA
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18/09/15
Angelo Scorza
Un secolo tra rimorchiatori innovativi e barche di lusso passando per il panfilo di Khasshogi
Cantieri Navali Campanella inizia la sua attività nel campo delle costruzioni navali nel 1915 su quello che oggi è il sito produttivo di 35.000 mq. di superficie del cantiere Mondomarine (oggi PALUMBO GROUP ndr), dedicato fino dalla fondazione alla costruzione di yacht sopra i 40 metri con scafo in acciaio o alluminio.
Le unità finora costruite da Mondomarine sono 62; negli ultimi 9 anni il cantiere ha venduto 21 yacht oltre i 40 metri, 9 dei quali oltre i 50metri; gli anni a venire saranno segnati dalla consegna di altre 5 navi tra i 40 e i 60 metri.
La società ‘madre’ nasce nel campo delle riparazioni, trasformazioni e costruzioni navali col nome di Officine Riparazioni Industriali e Navali Savona (O.R.I.E.N.S.) e apparteneva ai fratelli Settimo e Giacomo Ascenso, che tra il 1935 e il 1940 estendono l’attività al campo ferroviario, ampliando l'officina con un nuovo capannone collegato direttamente al sistema ferroviario portuale.
Nel 1941 ORIENS cambia ragione sociale, diventando Officine Costruzioni Riparazione Navali
Campanella-Ascenso Spa, e presidente viene nominato Tito Campanella, già proprietario di una società nel porto di Genova, poi rimpiazzato alla morte nel 1943 dal figlio Piero Campanella.
Con il nuovo marchio, la società entra in rapporti con la Marina Militare Italiana su lavori per mezzi da sbarco, navi trasporto truppe e lavori di trasformazione e ammodernamento di naviglio da guerra.
Al termine del conflitto, i Cantieri Campanella partecipano al rinnovamento della flotta mercantile italiana con una serie di navi cisterna per il servizio sulla linea tra Penisola e Sardegna.
Gli anni '50 vedono i cantieri di Savona impegnati nella costruzione di bettoline per il Ministerio de Obras Publicas dell'Argentina, nella realizzazione della gru galleggiante Monviso per la Fiat e nella ricostruzione della motonave Altino di ACNIL di Venezia, che segnò l'inizio della chirurgia navale.
Il 1960 è l'anno della costruzione del primo rimorchiatore per la società livornese Ghezzani.
Nello stesso periodo il cantiere è impegnato in grandi lavori di trasformazione di navi cisterna in navi da carico, unità da 19mila tonnellate di portata lorda.
Nel 1963, dopo il ritiro di Settimo Ascenso, la società prende il nome di Campanella Cantieri Navali S.p.A., svolgendo riparazioni su 180-200 navi all’anno, il 75% con bandiera estera.
Nel 1966 i Campanella firmano un contratto per 3 mezzi per la Rimorchiatori Riuniti di Genova, prima costruzione in Italia di rimorchiatori equipaggiati con propulsori cicloidali tedeschi Voith: India (1967), Istria e Panama (1968).
In seguito altre commesse sul fronte rimorchiatori arriveranno per conto degli armatori Carmelo Noli di Savona, Armasarda di Cagliari e Tripcovich di Trieste.
Nel 1976 si presenta un interessante lavoro di trasformazione navale: una nave porta-tronchi scandinava viene trasformata in portacontainer, la Vento di Ponente, per la Tarros di La Spezia.
All'inizio del 1978 i Campanella negoziano e ottengono in sub-commessa dai Cantieri Navali CNR di Genova per conto della compagnia statale-regionale Tirrenia-Toremar, la costruzione completa di una nave traghetto diurno per 400 passeggeri lunga 46 metri.
Altro lavoro interessante è la trasformazione della nave portarinfuse Gungnir IV in chiatta per il trasbordo di carbone, ribattezzata Socaruno, per la compagnia SOMOCAR di Genova.
Ulteriori lavori di rilievo vengono effettuati per armatori di Savona: Bertani (Beta di Navigazione) e Bollorino (Marittima Fluviale).
Ma gli anni '70 sono particolarmente floridi e i Campanella iniziano un periodo di espansione e ammodernamento nel nuovo spazio nella zona nord-est del porto ove vi sono 2 scali e 2 capannoni.
La costruzione di yacht diventa il business principale; pietra miliare di questa storia resta il famoso MOHAMEDIA, motoryacht costruito per il magnate arabo Adnan Khasshogi, premiato nel 1975 dal Lloyd’s Register per la qualità ed innovazione del progetto, a firma di Anselmi Boretti.
Nel seguito le vicende del Cantiere Campanella, passato attraverso le diverse proprietà di Moretti e degli Stroppiana, si incrociano con quelle di un altro storico cantiere italiano, il vicino Cantiere Baglietto di Varazze, le cui alterne vicende fecero in modo che alcune imbarcazioni fossero completate o interamente costruite nel sito di Savona; a cominciare dal 46 metri firmato dallo Studio Zuccon per Baglietto nel 1986, costruito per l’intera carpenteria metallica nel sito di Savona.
Altri 3 yacht del cantiere varazzino furono completati durante i primi anni ‘90 a Savona e Genova Sestri (dove era sita parte delle attività).
Dopo le prime grandi imbarcazioni in acciaio, le successive produzioni (le prime con marchio Mondomarine) furono costruite in composito: yacht con misure variabili tra i 20 ed i 35 metri.
Grazie all’esperienza acquisita con le commesse di Baglietto, Mondomarine iniziò la produzione di imbarcazioni in alluminio, oggi specialità della casa: una fortunata serie di yacht dai 40 ai 50 metri.
Il TRIBU', imbarcazione iconica che ha più volte compiuto il giro del mondo, è stata la prima a ricevere la certificazione Green Star per l’attenzione progettuale posta al rispetto per l’ambiente.
A.S.