Quinquereme
La quinquereme (latino: quinquereme) o pentera (greco: penteres) era un tipo di nave da guerra a remi usata prima dai Greci, poi in epoca ellenistica e successivamente dai Cartaginesi e dai Romani, dal IV secolo a.C. al I secolo d.C.; fu derivata dalla precedente trireme. La testimonianza sulla struttura delle quinqueremi è altamente frammentaria, ed esiste un acceso dibattito sul significato del nome di queste imbarcazioni. Le triremi dovevano il proprio nome alla presenza di tre ponti, tre ordini sovrapposti di rematori; per similitudine, le quinqueremi avrebbero dovuto avere cinque ordini sovrapposti, ma sorge il problema di interpretare le successive hexeres, hepteres e vascelli con un numero ancora maggiore di ponti. Secondo gli storici moderni, questi numeri descrivevano il numero di file di uomini su ciascun lato del vascello, non il numero di rematori; le quinqueremi avrebbero avuto tre ordini di remi, con due rematori per ciascuno dei due remi superiori. Secondo Polibio, una quinquereme portava a bordo 300 rematori, 120 soldati e 50 membri dell'equipaggio; lo storico Fik Meijer suggerisce che ciascun lato di una quinquereme ospitava 58 thranites (i rematori del livello superiore) su 29 remi, 58 zygites (rematori del secondo ordine) su altri 29 remi e infine 34 thalamites (i rematori del livello inferiore) con un remo ciascuno. Tutti questi rematori si trovavano sotto il ponte in quanto, a partire dalla battaglia di Siracusa del 413 a.C., si era visto che i thranites erano vulnerabili all'attacco con frecce e catapulte e si era deciso di proteggerli portandoli sotto il ponte. Le quinqueremi erano molto più difficili da mantenere stabili di quanto non lo fossero già le triremi, e non fornivano un aumento di velocità corrispondente, in quanto l'uso di più uomini per ciascun remo riduceva lo spazio disponibile e non permetteva a tutti i rematori di manovrare con tutta la forza; d'altro canto garantivano una protezione migliore contro gli speronamenti e permettevano di portare più fanti di marina. Per questo motivo le marine piccole utilizzavano ancora ampiamente le triremi, mentre marine più grandi – come quella egiziana, romana e cartaginese – erano in grado di schierare un gran numero di quinqueremi e poliremi. In questo periodo la potenza navale delle città greche era notevolmente diminuita; solo il Regno di Macedonia era in grado di permettersi navi così grandi in gran numero e, col suo declino, la flotta macedone dovette ripiegare sulle triremi per poter schierare un gran numero di navi in battaglia. Durante la seconda guerra punica, la Repubblica romana era in grado di schierare 220 quinqueremi, mentre una potenza navale di medio calibro come il Regno di Pergamo disponeva di 100 triremi. Le flotte della marina militare romana erano composte da triremi, quadriremi e quinqueremi; sebbene fossero armate con uno sperone, queste navi combattevano per abbordaggio invece che per speronamento. Durante la prima guerra punica fu impiegato un ponte d'abbordaggio lungo 11 metri con una punta ad una estremità, che si conficcava nel ponte nemico, detto corvo, con lo scopo do facilitare l'abbordaggio; questo dispositivo causò, però, la distruzione di intere flotte durante le tempeste e, a partire dalla battaglia delle isole Egadi, non fu più usato. Secondo Polibio un'altra invenzione fu l'"orso", che permetteva di colpire la nave avversaria, senza penetrare lo scafo, allo scopo di sbilanciarla e scagliare i rematori fuori bordo.